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Banche popolari: addio al voto capitario, diventeranno società per azioni.

21 Gennaio 20152 min read

Un vera e propria rivoluzione nel mondo del credito popolare. L’Investment Compact presentato ieri in Consiglio dei Ministri cambia la disciplina giuridica delle Banche popolari.
I primi dieci istituti di credito, ovvero con attivi sopra gli 8 miliardi, diventeranno società per azioni. Avranno diciotto mesi per discutere e cambiare il proprio statuto.

downloadSi tratta di un cambiamento radicale del sistema mutualistico.
Verrà eliminato, ad esempio, l’istituto giuridico caratterizzante delle banche popolari: il “voto capitario”. Quest’ultimo rappresenta il principio base della democrazia economica sulla quale si fonda l’identità di tali istituti.
Nelle assemblee delle banche popolari, infatti, il voto di ogni singolo socio conta in egual misura, indipendentemente dalla quantità e dal numero di azioni possedute.
Accade, ad esempio, che per eleggere i vertici delle Popolare di Milano, migliaia di soci si riuniscano e votino a maggioranza il presidente. Un meccanismo complesso e probabilmente obsoleto, soprattutto per i grandi istituti bancari.
Il voto capitario ha comportato molti problemi in termini di scelta e cambiamento del management. Spodestare un gruppo dirigente inefficiente risulta, allo stato attuale, enormemente difficile, in quanto è necessario trovare un accordo comune con migliaia di soci.
Si sono formate nel corso del tempo vere e proprie oligarchie di potere, il tutto a spese dell’efficienza nella gestione del credito.

L’Investment compact rivoluziona, quindi, il mondo delle popolari e le uniforma secondo i parametri della concorrenza bancaria.
È bene sottolineare che il cambiamento normativo riguarda solo le grandi banche popolari, ovvero Ubi, Banco Popolare, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Credito Valtellinese, Popolare di Sondrio, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca Popolare dell’Etruria e Popolare di Bari.
Tutti gli altri istituti di credito mutualistico manterranno la propria struttura giuridica, continuando a ricoprire un ruolo importante a livello locale, soprattutto dal punto di vista identitario e culturale.
Il nuovo assetto normativo velocizzerà con ogni probabilità il processo di fusione di tali istituti di credito, agendo nel senso della semplificazione e della razionalizzazione delle risorse.

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