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Le coop del vino in vetta alle classifiche del settore. E ad Expo ci sarà il primo padiglione vitivinicolo!

27 Aprile 20154 min read

Le cooperative vitivinicole rappresentano la tradizione ed il motore dell’intero comparto italiano. Non si tratta di una frase fatta, ma di una realtà comprovata dai dati.
Il Corriere Economia dedica ben cinque pagine al vino italiano, uno dei pochi ambiti dell’economia nostrana in continua espansione. Merito innanzitutto della qualità del prodotto e della sua fama internazionale.
Il vino, con ogni probabilità, è il simbolo per eccellenza del Made in Italy. Per questo motivo riesce sempre ad avere mercato nonostante la contrazione dei consumi.
Ci sono, inoltre, dei fattori esterni che facilitano la costante crescita del settore. Il mini-euro e la ripresa dei consumi in mercati come quello statunitense spianano letteralmente la strada alla vendita di vino all’estero.
Negli ultimi mesi c’è stato anche il boom di esportazioni di Prosecco, che ha contribuito notevolmente alla crescita del settore.
Secondo i dati del Corriere Economia il comporto vitivinicolo ha realizzato nel solo 2014 vendite all’estero per un ammontare di 5,1 miliardi di euro, una cifra che lo colloca al primo posto tra i comparti dell’agroalimentare italiano. Il fatturato derivato dall’export, invece, è di 2,9 miliardi euro e corrisponde a più del 50% delle esportazioni del settore.

Tre cooperative in testa alla classifica delle aziende vitivinicole con il maggior fatturato

Tre cooperative in testa alla classifica delle aziende vitivinicole con il maggior fatturato

Numeri importantissimi, dunque, che certificano lo splendido lavoro effettuato dalle aziende vitivinicole in tutti questi anni. Ma quali sono le imprese del vino che primeggiano in Italia?
Non più tardi di qualche settimana fa, Cooperative Italia aveva rimarcato il grande risultato raggiunto dalle coop vitivinicole italiane all’interno del più ampio mondo della cooperazione europea.
Traguardi confermati dalla graduatoria stilata dal Corriere Economia, che riporta le aziende del vino italiano in base al fatturato fatto registrare nell’anno 2014.
Ai primi tre posti di questa classifica troviamo ben tre cooperative. Primo in assoluto è il consorzio Cantine Riunite Civ di Reggio Emilia, con un giro d’affari di oltre 500 milioni e più di duemila soci.
Al secondo posto troviamo, invece, la coop Caviro di Faenza (Ravenna) con un fatturato di 230 milioni di euro. Terza la trentina Mezzacorona grazie ad un fatturato di 171 milioni di euro.
In generale ci sono ben 7 coop ai primi quindici posti della classifica. Non a caso, come riporta sempre il Corriere Economia, il 58% del vino prodotto in Italia viene direttamente dalle cooperative per un fatturato aggregato di 4,4 miliardi.

Gli imprenditori della cooperazione vitivinicola hanno saputo interpretare al meglio la propria mission, ovvero quella di produrre reddito per i propri soci. Per raggiungere questo obiettivo è stato necessario compiere alcune operazioni di aggregazioni fra piccole realtà cooperative che consentissero loro di essere competitivi sul mercato estero.
Qualità, produzione locale e lungimiranza sono stati, dunque, gli ingredienti vincenti.
Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative italiane, commenta con soddisfazione ed orgoglio i risultati ottenuti dalle associate: «È un mondo che si sta evolvendo in funzione del mercato: le cantine sociali si stanno trasformando in imprese cooperative che si confrontano con i privati e hanno capito bene la necessità di creare prodotti a più alto valore aggiunto per remunerare meglio i propri soci».
Una strategia, quella delle coop, che mette al centro il vino in bottiglia e l’export, individuato come l’unico antidoto alla depressione della domanda interna. Una linea aziendale che evidentemente sta raccogliendo adesso i suoi frutti e che è destinata ad avere successo di qui agli anni a venire.
Non a caso all’interno di Expo ci sarà il primo padiglione dedicato al vino nella storia dell’esposizione universale. Sarà questo, dunque, un ulteriore motivo di slancio per il settore e per le cooperative vitivinicole che rappresentano l’emblema dell’impresa italiana che funziona e che è ammirata in tutto il mondo.

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