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Popolari: l’associazione di rappresentanza annuncia battaglia. Intanto Grasso firma il decreto Padoan!

26 Gennaio 20152 min read

Il processo di riforma delle Banche Popolari è iniziato. Il presidente del Senato Piero Grasso, svolgente le funzioni temporanee di Presidente della Repubblica, ha firmato il decreto Padoan sull’Investment compact.
All’interno di esso è presente il provvedimento che costringerà le Banche Popolari con un attivo di oltre 8 miliardi di euro a trasformare la propria struttura societaria, diventando società per azioni.

La battaglia sarà aspra, già in sede parlamentare. Il decreto, infatti, dovrà essere convertito in legge in questi giorni e sono attese numerose proposte di modifica.
Le perplessità più grandi vengono, però, dalle associazioni di rappresentanza delle Popolari e più in generale dai sindacati.
Sono già stati sollevati dubbi sulla costituzionalità del decreto, al vaglio di una commissione giuridica specifica.
È forte anche lo scetticismo dei sindacati, secondo i quali il decreto Padoan comporterebbe un’ulteriore perdita di posti di lavoro.

17112014Difficile, comunque, si possa tornare indietro. Gli effetti immediati del provvedimento saranno due.
Innanzitutto ci saranno molte fusioni ed alleanze tra gli istituti di credito in questione. L’obiettivo del Governo è proprio agire nel senso della semplificazione e del riordino, anche nel settore bancario.
La fusione delle Popolari implicherebbe, infatti, un notevole risparmio in termini di risorse finanziare.
Migliorerà, inoltre, anche la competizione bancaria. L’eliminazione del voto capitario aprirà la strada all’ingresso di nuovi soci di maggioranza, in grado di sostituire i manager inefficienti. Il nuovo management potrebbe così gestire in maniera effettiva gli istituti bancari, senza dover contare necessariamente sull’appoggio di migliaia azionisti.

Anche le Popolari dovranno, in via definitiva, conformarsi agli standard europei di concorrenza bancaria. Qualora ciò non accadesse sono previste sanzioni annose, che vanno dalla liquidazione coatta amministrativa alla revoca di autorizzazione bancaria.
La via, dunque, sembra essere definitivamente tracciata.

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